Publicato il : 27 Marzo 2025 |

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Il Daruma raffigura un monaco, simbolo di perseveranza. Esso è lo spirito indomito delle vicissitudini della vita, come un guerriero sempre pronto a combattere. Permette di esprimere un desiderio disegnandogli un occhio e quando questo è realizzato, gli si dipinge il secondo.

daruma - il guerriero degli obbiettivi - gadgetstore

La Tradizione Giapponese del Daruma  (達磨)

Le bambole Daruma o bambole Dharma (達磨) sono dei portafortuna tipici giapponesi che non hanno né bracca né gambe.  sono un altro Amuleto Giapponese che troverete nei luoghi sacri, in particolare nei templi del Buddismo Zen in quanto raffigurano Bodhidharma, il monaco fondatore di questa scuola.

In particolare per i giapponesi il daruma rappresenta lo spirito indomabile delle vicissitudini della vita. Come se fosse un guerriero.
È uno dei più popolari portafortuna ed è usato spesso per raggiungere la vittoria. I desideri o gli obiettivi richiesti riguardano la sicurezza della famiglia, la prosperità negli affari, la realizzazione di preghiere e la prosperità.

Hanno una forma arrotondata, con il corpo rosso e il volto bianco che viene dipinto in maniera diversa a seconda dell’artista ma con un elemento comune: gli occhi sono “vuoti”. La faccia della bambola daruma ha le sembianze di uomo con baffi e barba. Nella tradizione però Il daruma non ha occhi in quanto vanno disegnati dal possessore. Si inizia disegnando solo l’occhio destro della bambola e si esprime un desiderio o si fissa un obiettivo. Quando il desiderio verrà esaudito o l’obiettivo realizzato si potrà disegnare anche il secondo. La tradizione vuole che si usi solo l’inchiostro nero.

Caratteristiche delle bambole daruma

L’assenza di pupille disegnate

Nei decenni si sono realizzati daruma di ogni forma e con strane particolarità, ma gli elementi classici che li caratterizzano sono ben distinti ed ognuno ha un significato ben preciso. Ma quindi il daruma come funziona? Il primo elemento chiave sono la mancanza di pupille negli occhi che sono completamente bianchi. Alcune versioni commerciali hanno disegnata una sola pupilla, ma per la tradizione del daruma, si deve avere sempre almeno una delle pupille bianche all’acquisto.  Questa caratteristica è fondamentale, perché le pupille saranno colorate in seguito dal proprietario, seguendo il corretto metodo.

Perchè il daruma non ha le pupille e disegnarle è legato al desiderio?

Si crede che la bambola contenga un dio che è stato privato della vista. Dipingendo il primo occhio, lo si rende guercio. Sta a voi lavorare, agire e mostrare coraggio, determinazione e perseveranza per raggiungere il vostro obiettivo e poter così restituire la vista al dio intrappolato nella bambola. Tieni presente che il daruma premia il sacrificio e la forza di volontà incrollabile.

Non è facile stabilire se a lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo sia il Daruma o noi stessi. Da un lato, il Daruma viene richiamato con un assaggio, un solo occhio, quasi un assaggio della vista, un incentivo a realizzare il desiderio richiesto, in quanto spirito guerriero. Dall’altro, il Daruma riflette lo spirito guerriero umano, e in questo contesto, il nostro spirito. In un certo senso, siamo noi stessi a doverci impegnare per i nostri desideri essendo che il daruma rappresenta la nostra volontà e perseveranza: come dire, la nostra volontà fatta fisicamente statua daruma. L’occhio, simbolo spirituale importante in molte culture, rappresenta spesso lo specchio dell’anima, e in questo caso, il nostro spirito guerriero. L’atto di disegnare l’occhio e di guardare il Daruma dritto negli occhi, e viceversa, potrebbe avere un significato profondo di reciproco rafforzamento di coraggio e determinazione; focalizzando un oggetto fisico, come energia o strumento di ottenimento, è più facile alla nostra mente focalizzarci nella realizzazione e a ricordarci il gueriero che è in noi.

Da un altro lato, il daruma potrebbe rappresentare un vero e proprio spirito/dio o il richiamo di esso nel nostro daruma statuetta. Pertanto il lavoro di attrarre i risultati sperati è effettuato dallo spirito richiamato, ma che sicuramente avrà bisogno del nostro spirito guerriero, della nostra focalizzazione sull’obbiettivo (ovvero energia da noi) per poter compiere il desiderio.

Ovviamente, i significati profondi del Daruma si sono persi nell’attuale meccanismo dei talismani giapponesi, che in passato avevano un profondo legame con divinità e spiriti della tradizione.

La forma di un corpo rotondo senza arti

Un’altra caratteristica dei daruma è la forma rotondeggiante: la testa ed il copro sono un unico pezzo arrotondato, quasi a formare una palla, e non sono presenti arti, né gambe né braccia; questa caratteristica viene associata alla legenda meditativa di Bodhidharma. Inoltre, alla base della bambola viene aggiunto un peso, così da abbassarne il baricentro; questo fa sì che anche ribaltandola tornerà sempre nella sua posizione originale; un simbolismo che indica il perseverare nel voler raggiungere i propri obiettivi (o nel voler che il proprio desiderio si avveri). Un famoso proverbio giapponese, spesso associato ai daruma, dice nanakorobi yaoki (七転び八起き) ovvero “7 volte cadi, 8 volte rialzati”.

Il simbolismo del faccione con sopracciglia e barba

La terza caratteristica è il disegno stilizzato delle sopracciglia e della barba: le sopracciglia raffigurano una gru mentre la barba il guscio di una tartaruga; infatti entrambi questi animali sono un simbolo di longevità, il primo si dice vivi 1.000 anni, il secondo 10.000 secondo la tradizione giapponese

Infine, sulla parte frontale del corpo, subito sotto il viso, solitamente è disegnato un kanji; quello classico è fuku (福) che significa “fortuna”, ma se ne possono trovare di altri, come ad esempio kane (金) che significa “soldi/oro”. Su alcuni daruma è possibile scriverci direttamente il proprio desiderio, su altri ancora sono presenti scritte portafortuna anche ai lati degli occhi.

Il significato dei colori sul Daruma

Il Daruma è solitamente rosso, colore che in Giappone significa “protezione contro il male”; ma si possono utilizzare altri colori con simbolismi diversi. Per la tradizione del tempio dei Daruma, il colore, è solo una scelta estetica; ma tenendo conto del simbolismo del colore, possiamo valutare l’aggiunta di significati aggiuntivi.

Le origini sull’utilizzo del colore rosso non sono certe, alcuni studiosi riferiscono che lo si possa associare al colore delle vesti di Bodhidharma, altri al colore utilizzato come portafortuna/compiacimento per il Dio del vaiolo Hoso Kami (疱瘡神) durante le sue manifestazioni che si ebbero in Giappone e in tutta l’Asia nel periodo Edo (1603-1868).

Il Tempio dei Daruma di Takasaki definisce la colorazione solo estetica, non cambiando il significato. C’è però chi ritiene che colori diversi simboleggino caratteristiche diverse:

  • il Giallo per i soldi e la ricchezza,
  • il Bianco per l’ammissione a scuole o in genere per indicare purezza,
  • il Nero per il successo negli affari,
  • il Blu per l’intelletto ed il successo a scuola,
  • il Verde per il miglioramento delle proprie abilità,
  • il Viola per la buona salute,
  • l’Arancio contro i disastri e per chi desidera avere un bambino,
  • il Rosa per l’amore.

Il Daruma come portachiavi – ricordo del proprio spirito guerriero

Il Daruma è un Amuleto Giapponese tradizionale giapponese e per secoli è stato utilizzato come tale. Ma oggi giorno, con la possibilità di avere oggettistica decorativa, anche questo amuleto si è trasformato. Abbiamo così molte versioni di portachiavi Daruma e portachiavi misti con daruma in forme strane e differenti: una vera esplosione di fantasie, tanto che vengono usati anche come tattoo.

Come considerare il Daruma portachiavi ed accessorio?

Il portachiavi è un accessorio decorativo, non pensato per la tradizione giapponese; per questo motivo potrebbe essere complicato attivare un daruma portachiavi, anche se nessuno ce lo vieta. L’idea del portachiavi invece può essere un pensiero carino per ricordare lo spirito guerriero che vive in ogniuno di noi. Così che ogni volta che notiamo il portachiavi, ci ricordiamo che siamo anche noi guerrieri e abbiamo la forza della perseveranza.

Altri tipi di portachiavi che ultimamente si affacciano sul mercato sono i neko daruma, adorabili daruma con la faccia di gatto maneko (della fortuna). Un portachiavi a doppio effetto, e adatto sicuramente alle amanti dei gatti e al lato femminile. Un meko daruma è bello e simpatico e unisce la fortuna del gatto maneko allo spirito guerriero.


Come attivare il Daruma

Dopo aver comprato il proprio Daruma, prima che ci sia qualche tipo di effetto, è necessario attivarlo.

La procedura inizia con l’esprime il desiderio o l’obbiettivo da raggiungere: si consiglia di tenere il daruma tra le mani, in un momento di assoluta quiete (possibilmente da soli) e pensare nella propria mente il desiderio o obbiettivo, ricordarsi che si devono usare sempre frasi positive senza negazioni (non voglio che, non permettere e simil negazioni) e trovare una frase snella, precisa e chiara dell’obiettivo. Solitamente è bene concentrarsi sull’obbiettivo finale e mai su come questo potrà avvenire.

Trovato il pensiero giusto, si può disegnare la prima pupilla sul daruma, solitamente la sinistra ( quindi al daruma si disegna non l’occhio destro, ma il sinistro: questo però non è vincolante). Il gesto di disegnare la pupilla rappresenta il nostro impegno con lo spirito guerriero del daruma, un impegno verso l’obbiettivo. Ricordarsi che questo impegno con il daruma e la base per rafforza ogni giorno le energie e la forza guerriera interiore. Possiamo rivolgerci al daruma come elemento esterno a noi, spirito dentro una statuetta; possiamo anche focalizzare come se all’interno ci sia il nostro spirito guerriero che abbiamo messo nel mondo fisico per meglio vederlo e sentirlo; possiamo infine vedere il daruma come uno specchio, lo specchio che mostra noi come spiriti guerrieri e ricordarci ogni giorno la nostra forza per raggiungere l’obbiettivo. Parliamo anche di forza energetica e non per forza attività fisiche e sociali; infondo non tutti i desideri dipendono da noi, ma è certo che dobbiamo predisporre la strada perché ci raggiungano.

Il Daruma deve essere messo in vista, in un luogo dove possa incrociare il tuo sguardo: dal lato del daruma, che ricordiamo è lo spirito guerriero, il tuo guardarlo lo dovrebbe ricordargli di lavorare sodo per te. Dal tuo lato, vedere il daruma, ti per mette di focalizzare il desiderio espresso e di convogliare le tue energie nella sua realizzazione. L’importante è non avere mai pensieri di delusione e di abbattimento: come un vero spirito guerriero, si deve avere la determinazione nel perseverare, anche se tutto sembra andare storto. Il nostro spirito guerriero e della perseveranza buddista, ci deve ricordare la nostra forza di determinazione! Che in pratica si può tradurre in un pensiero ad ogni vista del daruma o quando ci cade l’occhio sopra: un pensiero del tipo “si ce la farò”, o “si, ce la possiamo fare daruma mio”, “puoi farcela obbiettivo, puoi arrivare da me”.

Quando il desiderio viene realizzato o l’obbiettivo raggiunto e siamo sicuri che tutto si è concluso, allora è l’ora di disegnare la seconda pupilla, ovvero, mantenere il nostro impegno nel patto pattuito: il secondo occhio per vedere quando il desiderio è stato esaudito. Se il desiderio non si esaudisce… Niente occhio!

Il rituale in sintesi:

  1. prendi il Daruma con entrambe le mani ed esprimi un tuo desiderio o dichiara l’obbiettivo con parole semplici e chiare (mai con negazioni)
  2. dopo aver espresso il desiderio obbiettivo al Daruma, dipingi il suo occhio sinistro
  3. colloca il Daruma in una posizione che tu possa vederlo spesso nella casa o nell’ufficio
  4. quando il desiderio si avvera, dipingi il secondo occhio del Daruma
  5. una volta esaudito il desiderio, purificazione del Daruma

Quando il desiderio è stato esaudito

In Giappone, i Daruma si acquistano solitamente nei templi, presso i quali, una volta concluso il suo scopo, quindi a desiderio realizzato, potranno essere riconsegnati, per poi venire bruciati secondo il rito tradizionale dondoyaki, in base al quale nulla è definitivo e tutto si trasforma.

Oggi giorno, da altre parti del mondo, non è possibile portare il proprio Daruma al tempio d’acquisto, per questo motivo le idee creative moderne sono fantasiose. Se si vuole seguire la tradizione del purificare e ritrasformare il daruma, si può effettivamente bruciare in una fiamma viva (tipo il camino), facendo attenzione a non inalare i fumi delle vernici. Se il prodotto è di ceramica o plastica si potrebbe buttare nell’immondizia (se possibile che venga riciclata) con una preghiera di ringraziamento.

Un’altra buona alternativa è conservare il Daruma, poiché infondo il suo lavoro lo ha fatto: ha ottenuto l’occhio per vedere tutto, e perché no, magari la vita di un oggetto della nostra vita o casa, come tanti altri oggetti. Un premio al buon servizio che ci ha fornito.

Se il desiderio non viene esaudito

Tutti desideriamo che i nostri sogni si avverino, ma la realtà della vita spesso ci delude. In Giappone, il Daruma è un amuleto legato ai desideri e agli obiettivi annuali, e tradizionalmente viene sostituito all’inizio di ogni anno. Tuttavia, in altre parti del mondo, dove il ciclo annuale dei tempi in Giappone non si può seguire, possiamo considerare il Daruma come un talismano che può durare più a lungo. Inoltre, alcuni desideri potrebbero non essere realizzabili nel breve termine. Pertanto, se un desiderio non si avvera entro l’anno, si consiglia di conservare il Daruma per un periodo più esteso.

Se, invece, un desiderio specifico fallisce, come un colloquio di lavoro o un esame, tecnicamente il desiderio è considerato non realizzato. In questi casi, è fondamentale evitare di prendersela con il proprio Daruma. Esso rappresenta lo spirito guerriero presente in ogni individuo, ispirato alla figura di Buddha, simbolo di determinazione e forza interiore. La “punizione” per non aver avverato il desiderio è già implicita: il Daruma rimarrà con un solo occhio dipinto, simbolo di incompleta realizzazione. Allo stesso modo, è inutile incolpare se stessi o altri. L’accettazione degli eventi è il modo migliore per superare la delusione. Talvolta, le cose non accadono per ragioni che il nostro spirito guerriero interiore comprende più di noi.

Cosa fare, quindi, con un Daruma con un solo occhio? Poiché recarsi in un tempio giapponese non è sempre possibile, le alternative sono limitate:

  • Possiamo gettarlo via (o bruciarlo, evitando di inalare i fumi della vernice), poiché la sua vista potrebbe darci troppa delusione.
  • Possiamo conservarlo ancora, offrendogli una seconda opportunità in futuro. Una situazione simile potrebbe ripresentarsi, permettendogli di “guadagnare” il secondo occhio e dimostrare il suo spirito guerriero.

La scelta finale, in ogni caso, è personale e dettata dalle proprie emozioni.


Storia del Daruma e del suo Tempio

Le bambole Daruma sono nate in Giappone nel XVI secolo, ed hanno avuto la loro prima grande diffusione nel periodo Edo durante l’ampia diffusione del vaiolo, con lo scopo di fungere da amuleto per tenere lontana questa malattia. Anche se il vaiolo scomparve a partire dal periodo Meiji, i daruma rimasero, e sono tutt’ora, tra i portafortuna più popolari di tutto il Giappone; il loro design è un mix di vari elementi e prende la sua origine dalle legende che raccontano alcuni momenti della vita del fondatore del Buddismo Zen, che in Giappone prende il nome proprio di Bodaidaruma.

Etimologia della parola

Il Kanji 達磨, letto だるま daruma, spesso scritto semplicemente in kana, in origine era la trascrizione del nome del monaco indiano Bodhidharma (483-540), ma che in seguito ha preso anche il significato del giocattolo ispirato al suo aspetto, almeno secondo la traduzione. Questa bambola si chiama “daruma” anche in italiano. In alcuni composti questa parola ha preso anche il significato generico di “bambola, pupazzo”, come in 雪だるま, yuki daruma, “pupazzo di neve”.

Il colore rosso

Si dice che il colore rosso del daruma abbia avuto origine dalla preferenza di Bodhi per l’abbigliamento rosso. L’usanza ottenne una trazione permanente con le epidemie di morbillo e vaiolo che devastarono la popolazione della regione di Kanto durante il periodo Edo. Si credeva che il dio del vaiolo avesse una passione per il colore rosso, quindi le persone con bambini malati appendevano corde rosse attorno alle loro case e vestivano di rosso quelli malati nella speranza di placare la divinità cattiva e dal cuore freddo. Più pragmaticamente, le esposizioni di rosso servivano come avvertimento per gli altri a stare alla larga.

Le storie del Bodaidaruma abbreviato Daruma

Bodhidharma fu il fondatore del Buddismo Chán in Cina, la cui controparte giapponese è il Buddismo Zen. Chán è la lettura cinese moderna del kanji 禅; la lettura cinese antica sembra fosse Dzien ed è da quest’ultima che viene fatta risalire la lettura giapponese Zen. Bodhidharma (菩提達摩) in Giappone viene chiamato Bodaidaruma, o in modo abbreviato, Daruma (達摩).

Le sue origini storiche vengono fatte risalire alla fine del V secolo ma sono frastagliate, così come la nascita della sua scuola buddista; da alcuni resoconti sembra che appartenesse alla casta indiana dei bramini (una della quattro caste della società induista, quella dei sacerdoti).

Viene raffigurato con una barba folta e trasandata, con gli occhi sbarrati e con un’espressione irascibile, pronto ad esplodere di rabbia; in Cina era soprannominato il “barbaro dagli occhi azzurri”.

La scuola Zen ha come fondamento la meditazione; infatti la leggenda racconta che il monaco Bodhidharma prediligeva meditare mentre guardava un muro; vi rimase seduto di fronte per nove interi anni, senza mai muoversi, al punto che i suoi arti caddero a causa dell’atrofia; si dice anche che ad un certo punto si addormentò, interrompendo la meditazione, e questa cosa lo fece talmente arrabbiare che si tagliò le palpebre così da non potersi riaddormentare una seconda volta. Da questa leggenda sembra che prenda ispirazione la raffigurazione della bambola Daruma. Ci sono varianti della leggenda di “Bodhi”, ma questa è quella che ha dato vita alla forma del daruma.

Un’altra leggenda racconta che dopo che si taglio le palpebre, queste caddero a terra e col tempo germogliarono, trasformandosi nelle prime di piante di tè verde; infatti il tè verde è strettamente legato al buddismo zen ed alla pratica dello zazen (la meditazione da seduto) in quanto, viste le lunghe fasi di meditazione, era necessario evitare di addormentarsi o di provare sonnolenza.

Ma la leggenda cinese racconta anche che Bodhidharma trascorse i suoi anni di meditazione al monastero Shaolin, nella provincia di Henan in Cina, dove insegnò ai monaci locali le sue conoscenze di autodifesa, di pratica yoga e di respirazione; da quelle tecniche nacque l’arte marziale del Kung Fu Shaolin.

Prime testimonianze di Daruma

Queste bambole probabilmente derivano da un modello più antico di bambola che si raddrizza da sola, nota come il “piccolo monaco rotondetto” o “piccolo monaco sempre-in-piedi” (Okiagari-koboshi). Da questo altro talismano, probabilmente, nacque la versione della bambola riferita al Buddha, da sempre presente nel tempio più famoso a lei dedicato: Shorinzan Daruma-ji.

Il Tempio Shorinzan Daruma-ji (少林 山 達磨 寺) si trova a Takasaki: fu costruito nel 1697 e dedicato a Daruma. Il 6 e 7 gennaio di ogni anno, qui si tiene il Shorinzan Nanakusa Taisai Daruma Market Festival, una grande occasione per acquistare il tuo Daruma. Qui le persone tradizionalmente comprano il loro Daruma per l’anno appena iniziato. Il tempio Shorinzan Darumaji è probabilmente il più famoso dedicato ai Daruma e si trova nella cittadina di Takasaki, la stessa città dove viene prodotta la quasi totalità di bambole daruma in cartapesta del Giappone. Un altro tempio molto meno famoso, ma veramente bello e caratteristico è il Horin-ji di Kyoto.

A causa dell’incendio doloso del tempio dedicato ai Daruma e del suo prezioso archivio, le informazioni esatte restano un mistero, ma si dice che ci fosse un bonzo di nome Shinetsu, che iniziò a distribuire qui talismani omamori a forma di Daruma già nel 1667. Si narra inoltre che, nel 1800, durante una carestia, i fedeli realizzarono rudimentali bambole Daruma, utilizzando della cartapesta su un nucleo di legno. Da quel momento la conoscenza e il culto delle bambole Daruma si diffuse in tutto il Giappone.

Materiale con cui è fatto

Possono avere varie dimensioni, si parte da quelle piccole che fungono da ciondoli a quelle grandi anche quanto una persona; la tradizione vuole che siano realizzare in cartapesta, ma le versioni più piccole si trovano anche in legno o in plastica o in altro materiale.

fonti: vadoingiappone.itjapanprimavera.comkaizen.comregnoreborn.com

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