Publicato il : 6 Maggio 2025 |

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Il drago è universalmente riconosciuto come una delle creature mitologiche più imponenti, capace di suscitare rispetto, timore e ammirazione. La sua natura eterea gli consente di solcare i cieli o di celarsi nelle profondità acquatiche. A differenza della tradizione occidentale, in Oriente il drago incarna valori eminentemente positivi: forza, potenza spirituale, saggezza, benevolenza, immortalità e l’infinito. Anticamente, si attribuivano ai draghi i mutamenti climatici improvvisi, così come i lampi e i tuoni primaverili, interpretati come il loro ritorno celeste dopo un letargo invernale trascorso sottoterra. Questa creatura è anche un potente simbolo di equilibrio, rappresentato come un amalgama armonioso di diversi animali: il corpo di un serpente, le squame di una carpa, le corna di un giovane cervo, il naso di un demone Oni, la testa di un cammello, le orecchie di una mucca, la barba di una tigre, i baffi di un gambero reale e gli artigli di un’aquila reale.

Simbolismo del Drago

In Giappone, il drago è principalmente simbolo di forza, coraggio e potere soprannaturale. Generalmente, nonostante l’aspetto talvolta feroce, i draghi giapponesi si distinguono per la loro natura benevola, spesso legati alla protezione della natura e associati a elementi come l’acqua o il fuoco.

Simbolismo negli amuleti:
Protegge le persone (come spirito guardiano che scaccia il maligno e la sfortuna), Protegge dagli eventi naturali, soprattutto contro l’acqua (la controlla) e gli incendi (li spegne), è quindi ideale per i viaggi perché controlla il tempo; un porta fortuna per il successo negli affari, l’abbondanza fisica e la ricchezza monetaria, simbolo di forza e potere per supportare i nostri obbiettivi, saggezza e conoscenza che ci può supportare nei momenti difficili, equilibrio e armonia nella vita, longevità nella vita, e simbolo di fertilità.

Insomma, il drago è il talismano per eccellenza e un ottimo simbolo da portare con s’è per molte occasioni.

  • PROTETTORE: protezione e allontanamento del Male (Yakuyoke): nelle tradizioni sia cinese che giapponese, i draghi sono creature potenti e maestose, spesso guardiani di luoghi sacri, tesori o divinità. Nel Buddismo, introdotto in Giappone, i draghi (spesso derivati dai Nāga indiani) sono considerati protettori del Buddha, dei suoi insegnamenti e dei templi. Per questo i talismani raffigurante i draghi possono essere un amuleto protettivo dal male e per talismani come gli omamori questa protezione può essere anche contro malattie, disastri naturali (anche la grandine sull’auto è pur sempre un disastro naturale) e le classiche influenze negative tra cui anche la sfortuna.
  • PROTETTORE Controllo sugli Elementi Naturali: poiché i draghi sono spesso divinità dell’acqua, associati alla pioggia, ai fiumi e ai mari, un talismano può simboleggiare protezione durante i viaggi (specialmente via mare) o invocare condizioni climatiche favorevoli, ad esempio per un buon raccolto. Per estensione, possono proteggere dagli incendi, essendo creature dell’acqua. I draghi sono universalmente riconosciuti come divinità o spiriti delle acque (pioggia, fiumi, laghi, oceani) e quindi del clima. Fenomeni naturali imponenti come tempeste, trombe d’acqua o fulmini venivano spesso interpretati come manifestazioni della loro potenza.
  • FORTUNA: Fortuna e Successo anche negli affari (Kaiun, Shobaihanjo): Il drago è un forte simbolo di buona fortuna, successo nella vita e prosperità. Si ritiene che porti fortuna negli affari, nella carriera e nel raggiungimento degli obiettivi. Poiché i draghi sono spesso associati all’acqua e quindi al controllo della pioggia (in generale al tempo atmosferico), avere un drago che ti benedice con la pioggia è segno di abbondanza e prosperità e quindi il successo di un buon agricoltore. Questa associazione si è estesa al concetto più ampio di buona fortuna e successo in vari aspetti della vita, inclusi gli affari.
  • RICCHEZZA e ABBONDANZA: In molte tradizioni, inclusa quella giapponese, il drago è associato alla ricchezza e all’abbondanza. Può essere visto come un portafortuna per attirare prosperità materiale. Questa idea deriva sia dal concetto di fortuna nel ricevere le piogge, e quindi abbondanza fisica del raccolto che oggi tradurremmo con il raccolto di soldi, ma anche dal fatto che molte leggende narrano di draghi che custodiscono tesori, inclusa la “perla del drago” (ryū no tama), che si dice esaudisca i desideri o simboleggi la saggezza e la prosperità.
  • FORZA e POTERE: Il drago è una creatura di immensa forza e potere (ad esempio volare e controllare il tempo meteorologico). Tenere il drago come talismano può essere quindi la richiesta di possedere queste 2 qualità: che possono essere anche metafora di forza interiore, il coraggio di affrontare le sfide e la capacità di superare gli ostacoli ( o il potere di superarli).
  • SAGGEZZA e CONOSCENZA: I draghi orientali sono creature sagge. Un talismano può quindi essere un richiamo alla saggezza, all’intuizione e alla chiarezza mentale. Questo perché i draghi sono creature che possono vivere millenni e solitamente creature così antiche portano con se molta saggezza.
  • EQUILIBRIO e ARMONIA: Come simbolo che unisce diversi elementi e animali, il drago rappresenta l’equilibrio. Un talismano con un drago può essere inteso come un aiuto per mantenere l’armonia nella propria vita.
  • LONGEVITA‘: I draghi sono creature che, secondo i miti, vivono per periodi estremamente lunghi, se non eternamente. Questa idea è rafforzata dalle aspirazioni taoiste all’immortalità, dove creature trascendenti come i draghi ne diventano simboli. Per questo motivo il simbolo del drago è di buon auspicio per la longevità.
  • FERTILITA’: In alcuni contesti, il drago è anche simbolo di fertilità. Il legame del drago con la pioggia che fertilizza la terra e l’acqua stessa sono simboli di vita e fertilità per essa. Inoltre i draghi sono potenti contenitori di energia vitale (il KI), fondamentale per la crescita, e questo li rende un ulteriore simbolo di fertilità.

Il Significato dei Colori e delle Rappresentazioni

Il colore con cui il drago è raffigurato ne definisce ulteriori attributi:

  • Nero: Il Drago di colore Nero viene raffigurato quando ha meno di 100 anni e porta solo gli ordini dei suoi superiori è associato all’aria e alla tempesta.
  • Blu: Il Drago Blu è il messaggero degli dei, protegge dalle malattie e dai disastri naturali.
  • Verde: Il Drago Verde ha più di 100 anni ed è di buon auspicio perché legato alla natura e alla vita.
  • Oro: Il Drago d’Oro ha 1000 anni e da il buon auspicio della longevità perché il simbolismo di chi possiede il drago dorato è il raggiungimento dell’immortalità. e chi lo indossa pare abbia il potere di raggiungere l’immortalità. Il drago d’oro era anche associato allo stesso imperatore.
  • Rosso: Può simboleggiare ferocia e la capacità di creare tempeste, ma anche protezione.
  • Bianco: Talvolta legato alla morte o a draghi divinizzati.

Aspetto e Origini

L’iconografia del drago giapponese affonda le sue radici nelle mitologie cinesi. Tipicamente, il suo corpo lungo e serpentiforme è ricoperto di scaglie, con una pinna dorsale, zampe artigliate e una coda appuntita. Il muso presenta piccole corna, grandi occhi con sopracciglia folte, narici dilatate, lunghi baffi e denti aguzzi. Una distinzione comune riguarda il numero degli artigli: il drago giapponese ne possiede tre, mentre quello cinese ne ha tradizionalmente quattro o cinque.

Apertura della bocca

Nell’iconografia, specialmente nei tatuaggi, si distingue il drago maschio, spesso con la bocca aperta, dalla femmina, con la bocca chiusa. Le raffigurazioni dei draghi sono frequentemente arricchite da elementi come nuvole, fiori di ciliegio, fiamme o fulmini. L’associazione con il serpente, tradizionalmente un nemico mortale, può simboleggiare il conflitto tra il moderno e il classico. Un drago in volo può rappresentare la capacità di superare le difficoltà, mentre un drago che sputa fuoco simboleggia un’indole forte e passionale

Draghi e altre rappresentazioni

Spesso le loro raffigurazioni sono associate ad altre figure come le nuvole, i fiori di ciliegio o fiamme e fulmini. Queste creature sono dunque molteplici ed il loro significato cambia a seconda della credenza o della leggenda.

  • il drago ed il serpente: considerati da sempre nemici mortali, vengono legati tra loro dalla mitologia. Ad esempio associare a un tatuaggio un drago e un il serpente significa rappresentare il conflitto tra moderno e classico.
  • Drago in Volo – Superare Momenti: La capacità di superare i momenti di difficoltà è rappresentata dal drago in volo. L’indole forte ed appassionata ha l’immagine del drago che sputa fuoco. Le sfumature ed i significati di questa figura mitologica possono essere infinite.Una figura dunque affascinante e ricca di significati. Un animale che ricorda l’Oriente e la sua cultura.

Drago e Fenice – l’unione tra Yin e Yang

Nella cultura giapponese, il drago (龍, ryū o tatsu) e la fenice (鳳凰, hō-ō) sono due creature mitologiche di grande importanza, cariche di significati simbolici profondi e spesso interconnessi. La loro relazione è complessa e rappresenta un equilibrio di forze complementari, spesso legate alla sfera imperiale e ai concetti di armonia e prosperità. È importante notare che il simbolismo del drago e della fenice in Giappone è stato profondamente influenzato dalle tradizioni cinesi. Molte delle interpretazioni e delle associazioni, come quella con la coppia imperiale e i principi dello Yin e Yang, trovano le loro radici nella mitologia e nella filosofia cinese. In Cina, il fenghuang (la fenice cinese) è anch’esso associato all’imperatrice, mentre il long (il drago cinese) è il simbolo dell’imperatore.

La fenice, hō-ō, è anch’essa una creatura di buon auspicio. Si dice che appaia solo in tempi di pace, prosperità e buon governo, scomparendo durante i periodi di disordine. La sua presenza è un segno di benedizione e di un’era virtuosa. Simboleggia la giustizia, la fedeltà, l’obbedienza e il sole.

Simbolismo Imperiale e Unione Armoniosa: una delle associazioni più significative vede il drago come simbolo dell’Imperatore e la fenice come simbolo dell’Imperatrice. Questa coppia imperiale, quando raffigurata insieme, incarna l’unione armoniosa e la guida benevola del paese. La loro presenza congiunta è di buon auspicio e suggerisce un periodo di pace, prosperità e stabilità sotto un governo giusto e virtuoso. Opere d’arte che ritraggono il drago e la fenice insieme, talvolta danzanti sopra il Palazzo Imperiale, celebrano questa unione simbolica.

Yin e Yang: Forze Complementari: la relazione tra drago e fenice è spesso interpretata attraverso il concetto di Yin e Yang. Il drago, con la sua potenza e la sua associazione al cielo e alla pioggia, è considerato una manifestazione del principio Yang (maschile, attivo, celeste). Al contrario, la fenice, con la sua bellezza, grazia e associazione alla virtù e alla prosperità, incarna il principio Yin (femminile, passivo, terrestre). Insieme, rappresentano l’equilibrio cosmico e l’armonia derivante dall’unione di queste forze complementari. Sebbene a volte possano essere visti in una dinamica di conflitto, questo riflette la natura stessa dell’equilibrio tra Yin e Yang, che include una tensione creativa.

Il Drago in Giappone – creatura maestosa e buona

I draghi sono creature mitologiche profondamente radicate nella cultura orientale. Alcuni degli esseri più importanti nelle leggende di tutto il mondo sono i draghi giapponesi. Esseri magici legati alla protezione della natura attraverso elementi naturali come l’acqua o il fuoco. Nonostante l’aspetto feroce, i draghi giapponesi hanno una particolarità che li differenzia dai draghi cinesi e dagli altri draghi asiatici: sono generalmente creature buone.

Aspetto

Tipicamente il lungo corpo serpentino del drago è ricoperto di scaglie e presenta una pinna dorsale smerlata, zampe artigliate e una coda appuntita. Il suo muso è caratterizzato da piccole corna, grandi occhi con sopracciglia folte, narici allargate, lunghi baffi e denti aguzzi. La figura del drago in Giappone ha le sue radici nelle mitologie cinesi, dove il drago è spesso associato a divinità benevole e agli elementi naturali. Con il passare del tempo, la cultura giapponese ha adottato e adattato questa iconografia, integrandola nel proprio panorama mitologico. Secondo la maggior parte delle fonti, il drago della Cina e quello del Giappone si somigliano, fatta eccezione per un particolare. Il drago giapponese ha solo tre artigli, mentre quello del Celeste Impero (Cina) ne ha cinque. 

Percorso Storico e Culturale

L’origine della figura del drago risale all’antico impero cinese, dove la sua esistenza era così radicata da includerlo tra i dodici segni dello zodiaco. Con la diffusione del Buddismo, monaci asiatici portarono in Giappone la tradizione di queste creature, integrandole nelle mitologie buddista e induista. Templi buddisti, come il Ryoan-ji (il tempio del drago della pace), testimoniano questa associazione. Anche lo Shintoismo ha subito l’influenza di questa figura mitologica; ad esempio, un grande terremoto nel 1185 fu attribuito ai poteri del drago Antoku.

Considerato simbolo di forza, saggezza e buona fortuna, il drago è visto come un’entità divina capace di proteggere la nazione e contribuire alla sua prosperità, grazie al suo legame con la natura e il mondo spirituale. Per questo, è stato adottato come simbolo del potere e della sacralità dell’Imperatore, considerato discendente degli dei. L’influenza del drago si estende all’architettura, all’arte, alla letteratura (come nel celebre manga “Dragon Ball” di Akira Toriyama) e persino alla cultura popolare e militare, come dimostrano i nomi di alcuni armamenti giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale (ad esempio, il sommergibile Koryu o l’aereo kamikaze Shinryu).

I Draghi più Importanti del Giappone

In giapponese esistono diverse parole per indicare questo animale mitologico. Alcuni sono più antichi di altri, ma ognuno di essi si riferisce a un tipo specifico di drago, che può variare a seconda del personaggio.

Terminologia Giapponese per il Drago

La parola più comunemente usata per indicare i draghi in Giappone è Ryū, anche se i draghi più famosi del Paese hanno un nome proprio ed è utile conoscerlo quando ci si rivolge a loro.

Esistono diverse parole in giapponese per indicare il drago, ognuna con sfumature specifiche:

  • Doragon (ドラゴン): Derivato dall’inglese “dragon”, oggi usato principalmente per indicare i draghi della tradizione occidentale.
  • Tatsu (竜): Il termine più antico.
  • Ryū (龍) o Ryō: Derivato dal cinese “lóng”.
  • Nāga (ナーガ): Di origine sanscrita, spesso riferito a divinità serpente/drago acquatiche.
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Yamata-no-Orochi

Conosciuta in Giappone come Yamata-no-Orochi, questa creatura mitologica corrisponde a un drago con un corpo simile a un serpente diviso in 8 teste e 8 code. È uno degli esseri più antichi delle leggende giapponesi, descritto per la prima volta negli scritti shintoisti Kojiki e Hihonshoki, in cui viene presentato come una divinità che vive nascosta nella montagna.
Questo drago giapponese vive in una regione chiamata Tokikami, situata nell’antica terra di Izumo. Proprio dove nasce il fiume Hi-no-kawa, su un’alta montagna, si dice che viva nascosto in modo che nessuno possa trovarlo. Sebbene abbia le dimensioni di otto valli e otto colline, non appare mai nel suo corpo completo. Nel mito, esso è un drago malvagio che richiede il sacrificio di giovani vergini ogni anno.
In tempi moderni appare in serie come “Kannazuki no Miko”, Naruto, “Kamisama Hajimemashita”, “Blue Seed”, raffigurato come il Pokémon “Hydreigon” o il Digimon chiamato “Orochimon”. Appare anche nel gioco di carte “Yu-Gi-Oh” o come personaggio malvagio in videogiochi come “Final Fantasy I”, “Golden Sun II” o “The King of Fighters”.

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Ryujin

Conosciuto anche come Owatatsumi o Ryojin, è uno dei draghi giapponesi più importanti da secoli. Questo essere mitologico è il protettore del mare e, sebbene abbia un carattere docile, può diventare l’essere più pericoloso quando si arrabbia. È rappresentato da un drago con una grande bocca in grado di inghiottire tutto ciò che lo circonda. Ha anche la capacità di trasformarsi in un umano quando vuole.
Migliaia di anni fa viveva in un palazzo sottomarino fatto di corallo rosso e bianco, decorato con gemme preziose di grande potere. Il drago è sempre circondato da pesci, tartarughe e meduse che sono i suoi servitori. Secondo una leggenda shintoista, l’imperatrice giapponese Jingu conquistò la Corea grazie alle gemme magiche di Ruyjin. Gettando la gemma Kanju in mare, la marea si ritirò, bloccando la flotta coreana. I soldati saltarono rapidamente fuori dalle loro navi per attaccare. Poi l’imperatrice lanciò la gemma Manju, facendo salire improvvisamente la marea e annegando i soldati. In ricordo di questa leggenda, ogni anno si celebra il Gion Matsuri presso il tempio Yakasa.

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Otohime

La principessa drago, o Toyotama-hime, è un altro dei personaggi della mitologia giapponese che protegge i mari intorno al Giappone. È la figlia di Ryujin, il dio shintoista dei mari, e come il padre può trasformarsi a piacimento in un essere umano, rappresentato da una giovane donna di incredibile bellezza.
Otohime è sposata con il Dio Hoori, figlio di Konohana e Ninigi, protettori del cielo. I due si sono conosciuti un giorno in cui Hoori e suo fratello Hoderi stavano pescando in mare e alcuni ami sono caduti sul fondo. Il giovane entrò in acqua per recuperarle e, mentre si immergeva, vide Otohime. Dal primo istante si sono innamorati e, senza pensarci un attimo, sono andati da Ryujin per chiedere la sua benedizione e sposarsi. Insieme ebbero un figlio e, proprio al momento del parto, la giovane si trasformò in un drago, sprigionando tutto il suo potere proprio come il padre.

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Mizuchi

Mizuchi è un drago protettore dell’acqua del fiume. È un po’ meno conosciuto dei draghi marini giapponesi, ma è citato in alcune antiche leggende vecchie di diversi secoli. Ha un corpo allungato simile a quello di un serpente, ma le sue dimensioni sono di solito un po’ più piccole, poiché vive e si muove anche nei fiumi e nei torrenti più stretti. Anche se si vede raramente, è sempre stato molto temuto. Per questo motivo, molti agricoltori sono stati spaventati dai serpenti di fiume, che associano a questa pericolosa creatura. È anche associato a un personaggio velenoso, capace di uccidere le persone e di inquinare le acque dei fiumi vomitandovi il suo veleno.
Il drago di Mizuchi ha una sua rappresentazione cinese. È apparso in più occasioni in manga e anime, come il personaggio di Shizuku nella serie “Omamori Himari”, rappresentato da una ragazza con poteri di drago. In videogiochi come “Mah-jong Fight Club”, “Monster Hunter 2” o “Neo Geo Battle Coliseum”, è comune trovare la figura di Mizuchi come nemico da sconfiggere.

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Kiyohime

Kiyohime o Kiyo è un personaggio di una leggenda molto antica. È una donna che è stata ingannata e trasformata in drago per vendicarsi. Secondo i diversi libri che raccontano la storia di Kiyo, può essere una giovane donna o una vecchia vedova, ma sempre con un carattere vendicativo.
La storia più popolare è quella della figlia di un uomo ricco che gestiva una locanda lungo il fiume Hidaka, nella provincia di Wakayama. Nella locanda soggiornavano spesso molti monaci, come il giovane Anchin, che si innamorò della ragazza e ruppe i suoi voti di castità per avere una relazione con lei. La storia d’amore, però, durò poco e il monaco si pentì, riprendendo le vesti e fuggendo dalla locanda. La ragazza dal cuore spezzato lo inseguì e lo trovò proprio mentre stava per attraversare il fiume. Ma la ragazza gli chiese di non andare, ma il monaco se ne andò e lei si gettò nel fiume, trasformandosi in un drago consumato dalla rabbia. Riuscì a trovare il monaco nascosto sotto la grande campana del tempio di Dodo-ji, lo sciolse con il suo soffio di fuoco e uccise Anchin per vendicarsi di ciò che le aveva fatto.

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Wani

Wani è un mostro mezzo drago e mezzo coccodrillo della mitologia giapponese. In alcuni scritti viene descritto come un animale con il corpo di uno squalo. Chiamato anche Tatsu o Ryu. Fa anche parte delle leggende cinesi come uno dei protettori del mare e uno dei draghi giapponesi più pericolosi per i marinai. Anche se si dice che i Wani siano servi di Ryujin, il re dei draghi marini, esiste una complessa gerarchia tra di loro, in cui occupano le posizioni più alte come dominatori degli oceani.
I primi scritti in cui compare la figura di questo tipo di drago giapponese sono il Kojiki e il Nhionshoki. In realtà, la leggenda del Wani, come quella dei coccodrilli, considerati animali preistorici, è molto più antica di quella di altri esseri mitologici. È una figura che proviene dai miti cinesi e indiani, anche se oggi la figura di questo drago unico e pericoloso è associata solo alla cultura giapponese.

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Nure-onna

La Nure-onna, o “donna inzuppata” in giapponese, è una figura del folklore giapponese a metà tra uno yokai e un drago. È un drago con la testa di donna e il corpo di serpente, che può cambiare aspetto a piacimento per ingannare e uccidere chi incrocia il suo cammino. Questo drago vive nell’acqua e può apparire sulla riva di qualsiasi fiume, stagno, lago e persino sulla spiaggia.
La leggenda è tipica di Tsushima, nella prefettura di Nagasaki, anche se si è diffusa in tutto il Paese e si può trovare ovunque in Giappone. Si dice che sia stato visto a Nuwa, nella prefettura di Ehime, e anche nei mari di Uwa, mentre galleggiava nell’acqua con il suo mantello di pelliccia nera. Secondo la leggenda, la Nure-onna si reca sulla riva per lavare i suoi lunghi capelli e il suo corpo è sempre bagnato. Attira l’attenzione delle persone e parla con parole gentili. Quando ride, con una risata fragorosa, se ridete con lei vi attacca trasformandosi in un drago. Si finge anche una donna che sta annegando e trascina le sue vittime in acqua quando queste cercano di salvarla.

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Zennyo

Zennyo Ryuo è conosciuto come il drago della pioggia della mitologia giapponese. È un personaggio della religione buddista, invocato nel IX secolo da un sacerdote del Palazzo Imperiale di Kyoto. A differenza di altri draghi giapponesi, Zennyo è una divinità gentile, incaricata di portare la pioggia preziosa per i raccolti. Questo personaggio è molto comune nell’arte buddista. Ci sono molti libri che lo menzionano all’interno delle scritture sacre, e anche nelle immagini e negli affreschi di molti templi antichi.
Di solito è raffigurato in forma umana con una coda di drago. A causa della sua gentilezza, a volte viene raffigurato con un volto e abiti femminili. Sebbene non si sappia esattamente dove risieda questo drago, alcuni associano la sua dimora al monte Muro e al lago Anavatapta. Entrambi sono due luoghi di grande importanza nella cultura buddista giapponese, dove i monaci di tutto il Paese si recano in pellegrinaggio per venerare divinità della natura come il drago della pioggia.

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Kuraokami

Mentre Zennyo è considerato il drago della pioggia nella mitologia buddista, Kuraokami, chiamato anche Okami, è la divinità shintoista della pioggia e della neve. Kura” in giapponese significa “scuro” e si riferisce alle nuvole di pioggia. Per questo motivo, questo drago viene talvolta chiamato direttamente Okami, quando le nuvole assumono un colore più chiaro se la divinità è di buon umore.
Nella mitologia giapponese si dice che i fratelli Izanagi e Izanami diedero vita alle isole e alle altre divinità del Giappone, ma Izanami morì durante il parto. Suo fratello si arrabbiò e uccise suo nipote Kagu-tsuchi, la divinità del fuoco che aveva causato la morte di Izanami, tagliandolo in tre pezzi da cui uscirono diversi draghi, tra cui Kuraokami.
Insieme a lui sono stati creati Kurayamatsumi, il drago della montagna oscura, e Kuramitsuha, lo spirito dell’acqua oscura. Sebbene esistano diverse leggende che parlano di questi tre fratelli draghi come creature assetate di sangue, la verità è che la figura di Kuraokami è la più amata perché rappresenta la pioggia ed è venerata in molti santuari shintoisti.

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Seiryu – Drago blu

Il drago azzurro, o Seiryu in giapponese, è uno dei grandi protettori della città di Kyoto. Nella mitologia giapponese è uno dei 4 mostri divini che rappresentano i 4 punti cardinali. Quello corrispondente a Seiryu è l’est, anch’esso simbolo della primavera e dell’elemento acqua. Si ritiene che questo drago giapponese provenga in realtà dalla mitologia cinese, poiché la sua figura è la più simile al classico drago dell’oroscopo cinese. Come simbolo della città imperiale di Kyoto, ci sono molti templi costruiti in suo onore nella parte orientale della città, come il tempio Kiyomizu Dera.

Fonte: arcitorino.itmitologiedelmondo.altervista.orgartecollezione.itfacebook.comtsuru.frwikipedia.orgvolcanohub.com traveltherapists.itspuntisullarte.wordpress.com